Un nuovo autore. In differita

sconosciutoAvevo conosciuto una persona tempo fa; poi l’ho persa e adesso ritrovata. È di sesso maschile. Non ama la tecnologia  e da poco ha uno smartphone. Se non fosse timido per natura sarebbe un rivoluzionario. Forse no visto che è troppo intelligente per lasciarsi andare a una prassi inutile. Non ha profili sui social, né ci vuole entrare; lavora, ha una famiglia, fa le vacanze come tutti. Lui che studia un certo tipo di pensiero, di cui capirete, è per me una continua fonte di spunti, domande e ragionamenti. Ma siccome mi scrive solo su WhatsApp e non vuole farsi vedere, mettere in gioco la sua privacy (oltre a quello che purtroppo ha già fatto per il normale vivere) allora sarò io a riportare le sue parole e i suoi ragionamenti. In differita. Lui vorrebbe farsi chiamare Lambda ma a me fa cagare e l’ho censurato. A domani e buona lettura.

Napolitano e l’immaturità dei bambini

napolitano, litigiOggi ho avuto la fortuna di ascoltare il discorso del Presidente Napolitano.

È stato un discorso duro, educato e molto chiaro nel suo stile istituzionale. Ha accusato apertamente chi gli stava di fronte di essere responsabili della situazione. Li ha criticati per aver fatto tatticismi mentre il Paese aveva bisogno di concretezza, di aver dimenticato la dialettica costruttiva e molto altro.

E loro? Applaudivano. Felici perché stava smascherando le debolezze dell’altra parte politica. Perché gli altri, seduti di là, hanno combinato questo casino. Sempre gli altri.

Una situazione alquanto imbarazzante. Per noi qui, non per loro evidentemente.

Ho avuto la netta sensazione di un nonno e tre monelli. Li ha richiamati spesso e loro: “Si nonno!” “Va bene nonno” e dopo subito a spintonarsi di nuovo, rompere qualcosa qua e là. Lui ha continuato a richiamarli per sette anni e loro a far finta di nulla.

Adesso? “Adesso fate come dico!” Perché essendo nonno non può sculacciarli, ma solo rimproverarli con fermezza e minacciarli del castigo. Quale castigo? Sciogliere le camere e mandarli a casa tutti, perché è questo che rischiano due e mezzo di loro.

Tre bambini indisciplinati e un nonno stanco. Che tristezza! Tutto qui. Purtroppo si. La sensazione che negli ultimi anni, fate voi il conto a piacere, ci siano stati tanti bambini. Bambini? Bambini perché non si assumono mai la responsabilità di alzarsi in piedi e dire “Ho fatto una cazzata, scusate, me ne vado”; perché continuano a giocare in un asilo che ha tutte le comodità mentre fuori da quel giardino la gente fatica e guarda, tenuta fuori dal cancello; perché non hanno fatto altro che litigare per il triciclo o la palla. Sempre dentro il recinto.

Da molti anni non abbiamo più una politica con la “P” maiuscola, siamo tornati bambini, ma purtroppo questa volta non c’è nulla di poetico.

Matteo